Interviste

 

 

         

LE ROTTE DELLA MUSICA.

 

I suoni del Mediterraneo

 


 

"Il suono degli incontri" 

 

Estratto dal libro di Fabio Ciminiera, pagg.169_170_171

 pubblicato nel maggio 2009 dalla Ianieri Edizioni.

 

 

 

 

Peppe Consolmagno photo by Americo Salvatori

 

 

L'unità e gli incontri, infatti, animano le pagine di questo capitolo. Andremo a cogliere musicisti e progetti che hanno proprio questo intento nello sviluppo dei propri lavori. Peppe Consolmagno porta, nei suoi dischi e nei suoi concerti, il risultato di una insaziabile curiosità, rappresentata da una serie infinita di incontri, con sonorità e musicisti: attitudini ed espressioni filtrate attraverso le percussioni e i tanti strumenti suonati. «Mi sono sempre mosso con la semplicità e la coerenza, con la libertà e l'amore per la natura - i suoi colori, i sapori e profumi - con la manualità e il rispetto delle esperienze, con l'osservazione e il perfezionamento. Mi piace essere curioso, conoscere i materiali, le fibre e le tecniche di costruzione. E questi elementi li ho sempre

utilizzati nella mia vita sia per la costruzione della mia casa che per la costruzione dei miei strumenti musicali. Non mi sono mai riconosciuto negli strumenti musicali che esistono in commercio, ho sempre avuto la necessità di capirli, di conoscerne la provenienza, come e con cosa sono realizzati, la loro intonazione e la maniera con cui vengono suonati. Da qui l'esigenza di adattarli al mio modo di fare musica o, il più delle volte, di costruirli. Il mio punto di partenza è stato il suono. Sono nato a Rimini e ho vissuto a Pesaro per tanti anni: qui la cultura musicale è un po' circoscritta e poco stimolante. Quindi cercare altrove, magari lontano, è stata da sempre una mia forte necessità, soprattutto cercare di arricchire la propria persona, di creare un proprio carattere. Non mi è mai piaciuto fare una cosa esattamente uguale all'originale: mi è sempre piaciuto invece tradurre, trasportare, mettere insieme, identificare, riportare tutte le informazioni che acquisivo viaggiando, studiando, scrivendo, nel mio bagaglio di esperienze per poi personalizzarle. Pur innovando, si deve sempre essere rispettosi della tradizione, che è una cosa profonda. È un peccato dimenticare o peggio non considerare quello che già è stato fatto prima di noi. Ti puoi sentire innovativo e invece scopri di essere solo una brutta copia. In sostanza, si perde un sacco di Peppe Consolagno photo by Riccardo Gravagnatempo utile e si creano false illusioni. Ci sono tante persone che sono un fiume di idee, ma saperle realizzare e renderle speciali è un dono di pochi.» Anche nell'affrontare la musica del Mediterraneo, in progetti come Ishk Bashad e l'Orchestra Orizzontale, Consolmagno cerca una propria traduzione. «Non suono esattamente la musica del Mediterraneo, ma inserisco il mio modo di sentirla, con molto rispetto e attenzione: volo in libertà da un punto all'altro portando una parte di me per creare una cosa nuova. In Ishk Bashad ci sono due palermitani, il pianista Beppe Grifeo e il violinista Enzo Rao, e una tunisina, la cantante e suonatrice di oud Mouna Amari; io sono nato a Rimini, ma sono per metà campano: tutti e quattro abbiamo esperienze differenti e, quando ci si incontra, sono quelle a chiacchierare tra loro. L'Orchestra Orizzontale nasce, come il Quartetto Orizzontale, dalla mente di un altro siciliano, Antonio Marangolo, abile sassofonista, nonché scrittore e pittore. In questa formazione si incontrano le culture del sud con quelle del nord, come dire "la testa a nord, il cuore a sud".». In Ishk Bashad, in particolare, si incontrano oud e pianoforte, gli strumenti intorno ai quali si sono sviluppate le tradizioni

musicali arabe e occidentali, tradizioni che, alla fin fine, hanno spesso attinto agli stessi materiali. «Il pensiero di Beppe Grifeo, prosegue Consolmagno, è di fare incontrare il sultano della musica araba e il re della

musica occidentale. C'è la voglia di sperimentare come la rigidità strutturale del pianoforte possa interagire e sposarsi con la fluidità e la flessibilità delle molteplici modulazioni sonore delle corde dell'oud. E non va dimenticata, infine, la modalità di approccio ai due strumenti da parte di un uomo e di una donna. In realtà, ogni strumento appartiene ad un determinata cultura e deriva da questa il suo suono e il suo modo di essere suonato. Sono fatti con materiali semplici, ma per arrivare ad un suono eccellente e distinguibile, ci vuole un lavoro raffinato e una lunga storia. In alcuni paesi esiste proprio la filosofia del "gesto musicale", che porta intere famiglie a dedicarsi alla costruzione degli strumenti musicali. Il musicista è rispettato e lo strumento è amato:

suonare male uno strumento tipicamente "religioso" è come bestemmiare. Conoscere i materiali vuol dire cercare, studiare, viaggiare, incontrare persone, culture, tradizioni, confrontarsi e integrarsi, rispettare e apprendere. Sono questi gli ingredienti della vita, basta assemblarli in maniera coerente.» “

                                                                                                                                                                                    Fabio Ciminiera

                                                                                                                                                      www.myspace.com/lerottedellamusica

 


 "Le rotte della musica".  Ianieri edizioni  2009

 

 

Giuseppe) PEPPE CONSOLMAGNO 
Strada Serre, 7 - 61010 Tavullia (PU), Italy, Tel/Fax: 0721 476230 - Cell. 3388650981 - e-mail: info@peppeconsolmagno.com

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